di Assunta Zaffino
Quante volte osservando i giovani di oggi sembra di confrontarsi con ragazzi che non hanno un ideale da rincorrere o un obiettivo da raggiungere, nonostante l’aria spavalda ed arrogante celano una fragilità e vulnerabilità emotiva rilevanti. Questa sofferenza diffusa maggiormente tra le nuove generazioni è causata dalla mancata costruzione di una propria identità senza essere influenzata dalla tecnologia e da tutto il materiale che gira sui social network, che producono un senso di insicurezza e precarietà, soprattutto viene dato un valore al denaro di potere e onnipotenza. Il messaggio che viene tramandato oggi ai giovani è che con il successo e i soldi, si può girare il mondo ed essere felici. I soldi diventano un’ossessione facendo perdere l’importanza ai ragazzi delle emozioni, delle relazioni e della cura di se stessi.
L’avvento della tecnologia doveva portare sicurezza e libera informazione, invece si è diventati dipendenti di un sistema che porta ad un disagio interiore spesso inconsapevole, un continuo processo di demotivazione che ha portato ad asocialità e chiusura in se stessi. Siamo passati da un futuro pieno di promesse e speranze ad un futuro minaccioso con la consapevolezza di una concreta realizzazione solo per pochi. I giovani di oggi trovano gratificazione nell’attimo presente, senza però impostare più obiettivi futuri e anche i rapporti personali sono frutto di accordi funzionali tra gli individui per un benessere momentaneo, è diventato sempre più difficile instaurare rapporti sinceri con altre persone e questo è molto evidente tra i giovani in una società dove ognuno lavora e agisce per se stesso, ognuno affronta le situazioni della vita pensando al proprio benessere piuttosto che a quello comune.
Da alcune osservazioni sperimentali si è constatato che i giovanissimi nati tra il 1995 e il 2013 socializzano quasi esclusivamente attraverso Facebook, Instagram, Twitter, ecc., si sentono smarriti, privi di riferimenti e certezze, sono tolleranti, narcisisti, ansiosi e diffidenti, tendenzialmente infelici e depressi, raramente si confrontano con loro stessi ma soprattutto diventano adulti senza fretta, per loro l’indipendenza non è una priorità, non si preoccupano di raggiungerla il prima possibile, cosi come l’indipendenza economica, sostenuti ed appoggiati dai propri genitori. Oggi possiamo paragonare un diciottenne come i quindicenni di qualche anno fa. Ciò che preoccupa è maggiormente il mancato coinvolgimento nelle relazioni interpersonali, l’innamoramento e l’affettività appaiono più rallentati e cresce l’idea del suicidio e della vittimizzazione da bullismo. Non si definiscono né giovani, né adulti anche se passano attraverso la tempesta di diverse esperienze, non riescono a trarre l’insegnamento più opportuno e la possibilità di uscire da un’identità indefinita, questo anche a causa di possibilità concrete lavorative in una società sempre più instabile e priva di opportunità, oltre a tutti i fattori sopra elencati.
Sempre più giovani manifestano disturbi della personalità, carenza di attenzione, svogliatezza, ansia e depressione, quest’ultima è in crescita costante e tra qualche decennio sarà la patologia più diffusa tra i giovanissimi. E’ un dato allarmante che fa riflettere. Perché i giovani sono cosi depressi?
L’infelicità nei giovani è la conseguenza dello stile di vita che attuano. I giovani di oggi si trovano da soli ad affrontare la realtà, soprattutto se i genitori passano molte ore a lavoro, hanno pochi punti di riferimento, e non solo, le amicizie e gli amori nascono sul web, il sesso si impara con la pornografia online, Instagram è il nuovo canale di vita sociale. Che la causa sia l’utilizzo dello smartphone, la mancanza di socialità o il perfezionismo, il fatto che le malattie mentali colpiscano persone sempre più giovani dovrebbe far riflettere sulla piega che sta prendendo la nostra socialità.
Come citava una serie televisiva famosa “si vive attraverso uno schermo nero privo di emozioni reali”.
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Dott.ssa Assunta Zaffino
Psicologo Clinico e Giuridico