di Assunta Zaffino

“Ho dovuto traslocare da un quartiere all’altro e mi sento svuotata, stressata e senza forze!”, oppure “ho paura di non riuscire a farcela”.

Potrà sembrare un dato curioso, ma da diverse statistiche risulta che il trasloco è una tra le maggiori cause di stress psicologico dopo il lutto e la separazione, è la terza causa di stress psicologico tra i life-event traumatici per la persona. La parola tras-loco significa “locarsi altrove”, l’individuo pone la sua collocazione in un luogo diverso e ciò comporta necessariamente l’elaborazione della perdita del luogo che negli anni precedenti aveva creato un’identità e dei punti di riferimento per la persona. I sentimenti che scaturiscono sono: angoscia, vuoto e smarrimento, tipiche emozioni vissute in momenti difficili, infatti l’individuo subisce un indebolimento psicofisico e un disorientamento esistenziale. Se ci soffermiamo a riflettere, non è un fenomeno troppo distante da una separazione da chi si ama: si lascia la propria casa, i vicini, il quartiere o addirittura la propria città modificando di conseguenza molte delle proprie abitudini, quelle stesse che davano sicurezza e tranquillità giorno dopo giorno. Ci si sente invasi dalla preoccupazione di dover affrontare un significativo cambiamento di vita associato all’affaticamento fisico di dover organizzare materialmente il trasferimento e l’organizzazione logistica dell’evento. Questi sentimenti possono amplificarsi fino a suscitare rabbia o sensi di colpa, soprattutto quando il trasloco non è voluto dall’individuo. Trasferimenti volontari dovuti allo studio o alla convivenza sono prevedibili ed è possibile prepararsi con anticipo, al contrario, quando il trasloco è forzato per motivi familiari o di lavoro può portare l’insorgenza di disturbi fisici e psichici. Risulta chiaro come questo avvenimento, di per sé ricco di novità e di opportunità, può trasformarsi in un life-event altamente stressogeno e, in alcuni casi, può anche determinare una sofferenza psicologica quali ansia e stati depressivi, dunque il distacco dal proprio ambiente è un evento che può creare un forte disagio psicologico e sfociare in serie problematiche. E’ anche vero che il trasloco comporta un cambiamento evolutivo e di rinnovamento, dopo un primo momento di disorientamento. Traslocare non significa solo trasferirsi fisicamente in un’altra abitazione ma sul piano psicologico significa accettare di rinunciare alla vita precedente per intraprendere un nuovo percorso. E’ evidente che la persona attraversa un periodo di sovraccarico emotivo che richiede necessariamente  la capacità di coping (ovvero la capacità di far fronte ai problemi e di risolverli) e maggiori energie per tollerare la fatica e la frustrazione. Bisognerebbe lasciarsi trasportare dall’entusiasmo, dalle nuove opportunità e dalle nuove amicizie che si creeranno, e sarebbe opportuno anche organizzare il trasloco nei dettagli cercando di ricreare nella nuova casa vecchie abitudini piacevoli o anche disposizioni dei mobili simili alla “vecchia” casa per attutire il colpo del cambiamento.

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Per info ed appuntamenti: assuntazaffino.psy@gmail.com

Dott.ssa Assunta Zaffino

Psicologo Clinico e Giuridico