Gestire o meglio tranquillizzare una persona arrabbiata non è per niente semplice! A prescindere dal motivo dell’arrabbiatura spesso commettiamo l’errore di dire cose poche opportune pur di tranquillizzarla, peggiorando la situazione. Certo, l’idea è cercare di aiutare, di confortare, quindi il fine è buono, ma spesso il risultato è proprio l’opposto di quello che avreste voluto. Come comportarsi con una persona arrabbiata? La cosa più importante, quando qualcuno è nello stato d’animo non ok, è imparare la comunicazione empatica.

Le 3 regole d’oro su quale atteggiamento assumere:

1) Cercate di capire il suo stato d’animo: provate a mettervi nei suoi panni, come vi sentireste?

2) Preoccupatevi pure per come si sente ma non svalutate la sua capacità di reagire come se fosse un essere limitato. E’ importante riconoscere, prendere per vero quello che l’altra persona sente o pensa (per me è importante quello che senti e pensi… E SONO CON TE)

3) rispettate il suo diritto di sentirsi così: rispettare questo diritto significa

  • Non giudicare
  • Non fare il terzo grado
  • Non recitare la parte del mago con la bacchetta magica
  • Non prenderla sul personale (non ha fiducia in me… non conto niente… mi nasconde qualcosa…)
  • Non pretendere che quello che tu pensi, supponi, immagini sia esattamente la Verità

Come comportarsi con una persona arrabbiata, cosa non fare:

  • Minimizzare

Quando trattate le emozioni, le preoccupazioni dell’altra persona come cose da poco “Ma non è niente…” “Ne stai facendo un problema di stato… ma ti arrabbi per una cosa del genere?”

Quale messaggio riceve l’altra persona?……..Quello che io sento, provo o penso….non ti interessa

  • Razionalizzare

Quando cercate di far ‘ragionare’ l’altra persona, di farle capire che sta esagerando, che non è il caso e vi lanciate in mille spiegazioni logiche (magari giuste per voi) il risultato è di cancellare, spostare dal piano emotivo al piano mentale il problema… E’ un altro modo di minimizzare.

Quale messaggio riceve l’altra persona?……….Quello che io provo per te si basa sul niente

  • Fare a gara a chi si lamenta di più

Questo è un ‘gioco’ che scatta spesso per una sorta di rivalità; non volete perdere il primo posto nel ruolo di chi si lamenta. Quindi appena l’altro dice qualcosa scatta la frase ‘E io allora cosa devo dire che… E inizia la lista dei lamenti retroattivi, datati, delle recriminazioni prontamente ripescate nel dimenticatoio. E’ una specie di gioco della bilancia dove c’è sempre qualcuno che ha il peso maggiore da portare.

Quale messaggio riceve l’altra persona?……Non c’è spazio per quello che sento io, quello che provo non interessa. Valgono di più, gli interessano di più i suoi problemi, le sue emozioni.

  • So tutto io

Vi sentite in dovere di mettervi in moto per risolvere il problema. ’So io cosa fare’. A questo punto partono i “devi fare xxx … ” “Io al tuo posto direi… farei…”

Quale messaggio riceve l’altra persona?…….Tu pensi che sono un incapace, un bambino che non sa che pesci pigliare mentre tu sai sempre cosa fare. Questo è trattare con condiscendenza, fare i paternalisti, far scattare il meccanismo genitore /bambino

  • Difesa

La prendete sul personale come se è colpa vostra se l’altra persona si sente così quindi iniziate a difendervi come se fosse un attacco diretto a voi. Questo non porta da nessuna parte e alla fine tutti e due entrate nel campo negativo.

Quale messaggio riceve l’altra persona?… I miei stati d’animo, le mie paure… tu le butti in pattumiera

  • Fare muro

In questo caso vi ritirate, mettete un muro, rimanete in silenzio, cambiate umore perché anche voi avete i vostri problemi, anzi sentire le sue lamentele vi fa innervosire.

In genere ci si mette a fare dell’altro o si fa finta di ascoltare pensando ai fatti propri, alle cose da fare il giorno dopo…

Quale messaggio riceve l’altra persona?… La frustrazione più totale… la consapevolezza di non contare niente per quella persona.

di Vincenzo D’Amato (dott. in Scienze e Tecniche Psicologiche – Ipnotista)

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