Intrappolato nel corpo di un obeso c’è sempre un magro che vuole uscire…
Per quanto possiamo desiderare di dimagrire, a volte siamo noi stessi i primi ad ostacolarci nel raggiungere l’obiettivo. La fame emotiva, data da questioni psicologiche e non fisiologiche, è la ragione per cui il 95% delle nostre diete fallisce. Gli statunitensi definiscono ‘emotional’ o ‘compulsive overeating’, ovvero ‘abbuffate emozionali’ il bisogno di nutrirsi compulsivamente per compensare ad una mancanza emotiva.
“Non riusciamo a perdere peso e a controllarci perché siamo emotivamente affamati” afferma il dr. Roger Gould, psichiatra e psicanalista statunitense, autore del libro ‘Shrink Yourself’.
Secondo il dr. Gould, siamo spinti verso il cibo come valvola di sfogo per affrontare lo stress, il che rende la dieta e la forza di volontà efficace solo per brevi periodi di tempo.
Non basta iniziare una dieta, bisogna lavorare sulle cause che ci spingono a mangiare (che analizzeremo di seguito), altrimenti dimagrire diventa una vera illusione.
In accordo con i più importanti nutrizionisti e preparatori atletici italiani, siamo in grado di creare in te le condizioni per far sì che il tuo obiettivo venga raggiunto con certezza!

Il dr. Gould ha identificato 12 motivazioni interiori che fanno da grilletto all’assunzione compulsiva di cibo: riconoscere quella che più sentiamo nostra può essere un primo passo per risolvere il problema.
Fame emotiva, 12 motivi psicologici
Tipo 1: “Il cibo è il mio ‘ciuccio’ per adulti”. Se la fame si manifesta con l’emergere di rabbia, depressione, ansia, noia o solitudine, si utilizza il cibo per alleviare il dolore che queste emozioni causano.
Tipo 2: “Mi difendo riempiendomi”. Se si reagisce con la fame quando gli altri discutono con noi, approfittano di noi, ci sminuiscono, o ci danno per scontati, per evitare il confronto diretto ci si butta sul cibo.
Tipo 3: “Il cibo, il mio unico amico fedele”. Se si ha bisogno di mangiare quando si avverte tensione nelle relazioni strette, ci si sazia per evitare di sentire il dolore del rifiuto o la rabbia.
Tipo 4: “Quando mastico riesco a non sentire il mio critico Interiore”. Se si tende a diventare ipercritici nei confronti di se stessi, se ci si etichetta da soli come “stupidi”, “pigri” o “perdenti”, ci si rimpinza per soffocare l’odio di sé.
Tipo 5: “Non ho l’amore, però ho il cibo”. Se la fame si attiva perché le nostre relazioni intime non soddisfano alcune necessità di base come la fiducia e la sicurezza, si utilizza il cibo per cercare di colmare il divario.
Tipo 6: “Il cibo non può riempire le parti mancanti nel mio passato”. Se ci si sazia per compensare le privazioni vissute nell’infanzia, lo si fa per dimenticare il passato.
Tipo 7: “Non dirmi cosa devo mangiare”. Se si vuole affermare la propria indipendenza perché non si vuole che nessuno ci dica cosa fare, si usa il cibo come forma di ribellione.
Tipo 8: “Sono troppo occupato a mangiare per prendere un rischio”. Se l’appetito entra in gioco quando si è di fronte a nuove sfide e si utilizza cibo per evitare l’aumento della posta in gioco, si mangia per proteggersi dalla paura del fallimento.
Tipo 9: “All’amore preferisco il cioccolato”. Ci si può abbuffare per evitare di affrontare la sessualità, rimanendo sovrappeso in modo da non essere o sentirsi desiderati, oppure per evitare l’intimità, quindi si mangia per impedire ad altri di avvicinarsi troppo.
Tipo 10: “Uso il mio corpo come un campo di battaglia”. Alcuni mangiatori emotivi assumono cibo per ripagare chi ha fatto loro del male, spesso in un lontano passato. Usano i loro corpi come campi di battaglia per elaborare antichi rancori. In questo caso, ci si abbuffa per vendicarsi o per controllare la rabbia.
Tipo 11: “Non intendo crescere”. Se si mangia per sentirsi spensierati come un bambino, lo si fa per evitare di fare fronte alle sfide della crescita.
Tipo 12: “Ho segretamente paura di essere magro”. Se si mangia troppo perché, consciamente o inconsciamente, si ha paura di dimagrire, lo si fa per evitare la paura del cambiamento.

È importante rendersi conto che la fame emotiva è parte della vita di tutti.
Affrontare i problemi e le cause che la scatenano significa riuscire a trovare una soddisfazione tanto fisica quanto psichica, altrimenti, il rischio è che la fame emotiva continui a crescere insieme al girovita.

di Vincenzo D’Amato (dott. in Scienze e Tecniche Psicologiche – Ipnotista)

Per info ed appuntamenti: +39 392 74 63 850   www.vincenzodamato.it

Seguimi su: https://www.facebook.com/PsicologicaMenteOfficialPage/

https://www.youtube.com/channel/UCQ7p575l5us3KYk6mcRw3FQ?view_as=subscriber

Se l’argomento ti è piaciuto, condividilo sui tuoi canali social.